La critica di Gillo Dorfles

Gillo Dorfles

Gillo Dorfles segue l’artista di cui ha presentato alcune mostre ed il Movimento “Zen in Art”. Sul lavoro di Massimo Tosini si è così espresso:

 

 "... Proprio in questo momento abbiamo avuto la possibilità di incontrare due artisti che hanno fatto proprie le correnti dello Zenismo trovando delle affinità nelle loro opere con quelle estremo-orientali... Si tratta della piacentina Franca Franchi e del parmigiano, trapiantato a Milano, Massimo Tosini. Entrambi questi artisti finora si potevano considerare come appartenenti ad una corrente informale ossia vicina alle correnti americane di Pollock, di Rauschenberg ecc. ma in realtà la vicinanza agli americani era solo apparente perché, invece, studiando da vicino le loro opere, ci rendiamo conto che hanno alcuni elementi che ricordano quelli di alcune opere Zen... Anche nel caso di Massimo Tosini abbiamo un esempio abbastanza clamoroso di questi elementi perché l'artista si serve tra l'altro di supporti di colore completamente nero sui quali riesce a creare con delle orme di foglia d'oro delle strutture che possiamo considerare decorative ma in realtà sono vere e proprie strutture organiche"
Gillo Dorfles - Gli artisti che ho incontrato Skira 2015 pagg. 848-849

Gillo Dorfles 17 gennaio 2017, vedi il video qui sotto

“In genere queste opere sono interessanti perché sfruttano due elementi fondamentali come l’oro ed il nero in una maniera molto precisa ed efficace. Il contrasto della luminosità sopra l’oscurità è sempre un contrasto molto importante quindi direi che con queste opere viene evidenziato soprattutto il contrasto luce/ tenebre da un lato ed il contrasto simmetria/asimmetria dall’altro. Quindi possiamo dire che sono presenti due delle fondamentali condizioni di un’opera Zen: quella di rompere la simmetria da un lato e quella di utilizzare la luminosità come elemento portante. Alcuni di questi lavori hanno poi di interessante il fatto che sono molto organici rappresentando quasi degli elementi naturalistici che anche se in effetti non possiamo dire che vogliano riprodurre alcuna realtà in particolare. Si nota altresì in certe opere la rottura, la cancellazione, l’abrasione di alcuni elementi. Quella di rompere la continuità di un’opera per valorizzarne l’effetto artistico mi sembra operazione ben riuscita. L’interruzione di certi segmenti e di certe linee aggiunge moltissimo all’opera. Noi generalmente tendiamo ad avere una certa continuità lineare, ora invece l’interruzione porta ad un concetto che si identifica con l’asimmetria che è appunto uno dei concetti portanti per un’opera Zen”

Con Gillo